Il marchio Igp per i culurgionis d’Ogliastra è un punto di partenza per lo sviluppo di un territorio che ha tutte le carte in regola per vivere di turismo e delle sue produzioni agroalimentari: da parte della Regione ci sono attenzione e risorse per sostenere le progettualità locali.
Lo hanno ribadito oggi a Lanusei gli assessori del Turismo, Artigianato e Commercio, Barbara Argiolas, e dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenuti al convegno “Prospettive ed opportunità derivanti dalla Igp dei culurgiones d’Ogliastra – La pasta fresca come volano per il territorio”, che ha aperto il primo “Culurgionis d’Ogliastra Igp in festival”, in programma oggi e domani nel centro ogliastrino.
Nel teatro Tonio Dei, dopo il suggestivo racconto di due anziane del paese, amministratori, ricercatori, imprenditori e rappresentanti del Comitato promotore si sono confrontati sull’importanza del marchio di Identificazione Geografica Protetta, arrivato lo scorso anno dopo un percorso iniziato nel 2003, e sui benefici che porterà al comparto locale.
La prima prima ricaduta positiva riguarda la disciplina di produzione dei Culurgionis, che viene così protetta nei confronti della concorrenza, spesso sleale, di altri paesi. “Festeggiamo un progetto culturale che diventa progetto produttivo – ha detto Barbara Argiolas -. La certificazione di una tipicità locale, frutto dei saper fare dei territori è importante nei percorsi di valorizzazione dei territori.
L’Ogliastra, con i temi legati alla longevità, alla qualità della vita, all’essere una delle 5 aree Blue Zone del mondo, rappresenta un unicum in Sardegna. Il percorso Igp dei culurgionis d’Ogliastra si inserisce a pieno titolo in questo modello di sviluppo. Si sta cercando di superare la difficoltà culturale dello stare insieme: le aziende sarde sono piccole e spesso piccolissime, questo impedisce spesso di fare il salto di qualità nell’acquisizione di quote nei mercati nazionale e internazionale”.
“Salutiamo questo risultato importante per il territorio e per tutta la Sardegna – ha detto Caria – perché dimostra come l’aggregazione e l’organizzazione della filiera, aspetti su cui la Regione insiste, possono aiutare le imprese sarde ad assumere una nuova dimensione economica. Con l’assistenza tecnica delle agenzie Agris e Laore, abbiamo supportato le fasi istruttorie e quelle finali dell’iter per il marchio perché pensiamo che l’agricoltura e l’agroalimentare siano un pilastro sui quali puntare per il rilancio economico.
Ci sono altri prodotti come il carasau, il pistoccu e la sebada, solo per citarne alcuni, che possono ambire all’Igp e come Regione siamo pronti a fare la nostra parte per la tutela e la valorizzazione anche commerciale delle nostre produzioni più tipiche”.







