Il lavoro, “libero, creativo, partecipativo e solidale”, è il tema della 48/a Settimana sociale dei cattolici italiani che si celebrerà a Cagliari, nel quartiere fieristico, da giovedì 26 a domenica 29 ottobre. Per dialogare su un argomento ‘caldo’, sempre al centro dell’agenda politica, ci saranno il presidente e il segretario della Conferenza episcopale italiana, cardinali Gualtiero Bassetti e Nunzio Galantino, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, il premier Paolo Gentiloni, i ministri della Coesione Territoriale e del Lavoro, Claudio De Vincenti e Giuliano Poletti, il presidente della commissione Lavoro del Senato ed ex ministro Maurizio Sacconi, i segretari della Cisl e della Coldiretti, Anna Maria Furlan e Roberto Moncalvo, il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru.
La Settimana, nata nel 1907 in Italia a due anni dalla prima esperienza francese, a Lille, e a quella spagnola a Toledo, ritorna nell’Isola per la seconda volta dopo 60 anni e ad un anno di distanza dall’appuntamento di Torino del 2016. Per i lavori, che si apriranno giovedì mattina con il saluto dell’arcivescovo del capoluogo e presidente della Conferenza episcopale sarda, mons. Arrigo Miglio, e con un messaggio inviato da Papa Francesco, sono attese circa 1.200 persone. Durante la tre giorni ci sarà il momento della denuncia (il lavoro che non vogliamo, giovedì 26), quello dedicato alle buone pratiche (con la visita ad alcune realtà locali come la Cantina di Dolianova e la Comunità di recupero La Collina). Spazio poi all’ascolto (sabato 28) e alle proposte (domenica 29), con interventi di Tajani e Gentiloni.
“La Chiesa non vuole occupare spazi di altre istituzioni, dello Stato, del sindacato o dell’imprenditoria ma vuole offrire uno spunto per una nuova coscienza della dimensione sociale della fede cristiana – ha spiegato mons. Miglio illustrando i contenuti della Settimana sociale – vogliamo aiutare tutta la comunità cristiana a farsi carico del tema lavoro, perché seguire il Vangelo vuol dire farsi carico dei problemi sociali, e la Chiesa in primis deve occuparsi di lavoro e del lavoro per i giovani che, nonostante alcuni segni di miglioramento, resta un elemento preoccupante nei numeri”. Miglio ha lanciato un appello per “aiutarci a vicenda a togliere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro: occorre promuovere una visione del lavoro che metta al centro la persona. La politica potrebbe fare di più anche se c’è dell’impegno, ma soprattutto il lavoro dovrebbe essere un tema che unisce anche forze politiche di schieramenti diversi. La gente ha più bisogno di lavoro che di sussidi economici”.