Nei seggi, a causa dell’hackeraggio da parte del Governo spagnolo, ci sono state continue interruzioni del sistema informatico di caricamento dei dati degli elettori. Questo ha rallentato le procedure costringendo gli aventi diritto a lunghe file sotto la pioggia.
Non solo: all’esterno continuavano a giungere informazioni e filmati della repressione in atto, il che provocava disagio e apprensione che si manifestavano in continui allarmi e sospensioni del voto per sospettati blitz da parte della guardia civile. Sono le segnalazioni che, come previsto nella piattaforma di accreditamento degli osservatori, il gruppo di nove delegati di Sardigna Natzione Indipendentzia (Sni) guidati dal coordinatore Bustianu Cumpostu, stilerà in un rapporto in lingua inglese da inviare entro quattro giorni alla piattaforma.
La delegazione di Sni ha svolto la funzione di osservatori internazionali in 20 seggi. “Le nostre bandiere hanno dato visibilità nel mondo alla presenza dei sardi in una giornata storica – sottolinea Cumpostu – come nel 1937 contro la dittatura franchista, i sardi sono tornati in Catalogna per difendere la democrazia e il popolo catalano dalla repressione dello stato spagnolo occupante che voleva impedire il referendum del primo ottobre”.