Con lo sguardo rivolto alla vertenza nazionale e all’eventuale proclamazione dello sciopero da parte dei sindacati delle telecomunicazioni, in Sardegna si apre un nuovo fronte tra Cgil e Sky. In particolare il sindacato evidenzia “i cinquanta casi di patologie dell’apparato auditivo e fonatorio dei lavoratori del call center di Sestu”.
L’ultimo atto della vicenda si è consumato ieri “quando – sostiene la Slc-Cgil – è stato proibito lo svolgimento di una assemblea regolarmente convocata”. Ma la questione è aperta da quest’estate con “una sanzione comminata dal dipartimento di prevenzione della Assl di Cagliari e la richiesta all’azienda di inserire entro novanta giorni il ‘rischio voce’ nel documento di valutazione dei rischi e di raccogliere informazioni sulla stato di salute degli operatori attraverso un questionario entro 120 giorni – ricorda il sindacato -. Da qui la richiesta della Slc di discutere dell’urgenza di dar seguito alle richieste degli ispettori e di rivedere anche l’organizzazione e le attività di lavoro come punto di partenza per una corretta prevenzione dei rischi di malattie professionali”.
“Abbiamo sottolineato che la prescrizione della Assl poteva rappresentare un giusto stimolo per riorganizzare l’azienda nell’ottica della prevenzione – ha spiegato il segretario Slc Cgil Antonello Marongiu riferendosi ad un incontro svolto lunedì scorso in Confindustria – e chiesto di modificare i turni e riportare nella sede di Cagliari attività come la gestione del sito web, i social, le chat con i clienti, che vengono prevalentemente svolte fuori dall’Italia”.
L’accordo sulla firma di un verbale per chiudere la riunione, però, non è stato raggiunto: “inaccettabilmente a causa della disdetta delle assemblee da parte dell’altra sigla sindacale presente al tavolo, la Uilcom, è stato impedito anche a noi di svolgere la nostra attività sindacale. E’ un atteggiamento discriminatorio”.