“Il riconoscimento del grano Cappelli come varietà sarda non è possibile perché risulta già iscritto nel registro nazionale dal 1969”. Lo ha chiarito l’assessore all’Agricoltura Pier Luigi Caria, incontrando l’europarlamentare del Movimento 5 stelle Giulia Moi, occasione per fare il punto dopo l’assegnazione alla Società italiana sementi (SIS) della gestione in esclusiva del prodotto. Un confronto definito da entrambi “costruttivo, nell’ottica della valorizzazione e della tutela delle produzioni cerealicole sarde”.

Nel corso della riunione, fa sapere Moi, “sono emersi punti programmatici su cui si è trovato un accordo”. Ovvero: l’intenzione di sollecitare la Sis per conoscere quanto prima i propri piani aziendali su certificazione e commercializzazione del cereale antico; un’accelerazione sulle direttive attuative della legge a tutela della agrobiodiversità (“sono già in via di definizione”, ha precisato Caria). L’eurodeputata ha poi proposto “la possibilità di individuare un nuovo ecotipo di grano della Sardegna, così da poter valorizzare la qualità di un prodotto che tradizionalmente viene coltivato con passione dagli agricoltori sardi e che in quanto tale deve essere custodito e protetto”.

Caria si è detto d’accordo, precisando che “la Regione lavora, mediante le proprie Agenzie agricole, per tutelare le risorse genetiche sarde valorizzandole e puntando all’iscrizione nell’apposito repertorio regionale”.