L’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, ha incontrato oggi a Tramatza l’associazione suinicoltori sardi, riunita in assemblea per fare il punto sullo stato di salute del comparto alla luce delle restrizioni derivanti dalla presenza della Peste suina africana (PSA) che, da 39 anni, flagella il settore isolano. All’iniziativa hanno partecipato allevatori e rappresentanti delle associazioni di categoria agricola del territorio.
Nel lungo faccia a faccia si è parlato di interventi da attuare nel breve e nel lungo periodo. L’associazione ha sollevato il problema dei blocchi alla movimentazione che seguono dopo la localizzazione dei focolai di PSA. Gli organizzatori hanno poi parlato della volontà di voler costruire una filiera del suino sardo e di una rivisitazione delle norme che regolano gli allevamenti a uso famiglia che, a dir loro, rischiano a volte di mascherare micro allevamenti che aggirando le leggi immettono irregolarmente suini sul mercato.
Altro tema sollevato durante i lavori è stato quello dello smaltimento delle carcasse che per i maiali, a causa della PSA, deve seguire particolari procedure. Negli ultimi mesi infatti, a causa del sequestro da parte della Procura di Cagliari degli stabilimenti Agrolip di Macchiareddu, lo smaltimento degli scarti da macellazione provenienti soprattutto dai suini ha creato alcune difficoltà agli allevatori, tanto che la presidenza della Regione è dovuta intervenire con provvedimenti straordinari.
“La presenza qui, oggi, dimostra l’interesse della Regione verso questo comparto che potrebbe avere molte potenzialità di sviluppo. Sul suinicolo, nei miei otto mesi di incarico, ho incontrato almeno una quindicina di diverse delegazioni. Ho ricevuto documenti e proposte. Ma è bene ricordare che il tema vero che affligge il comparto non nasce nel 2017, ma nel 1978 con l’arrivo della Peste suina africana. Se non si debella la malattia non ci sarà mai un vero sviluppo per il settore”.
Così l’assessore Caria che ha poi aggiunto: “Questa problematica si può risolvere con uno scatto culturale, non solo con un intervento meramente economico che punti a valorizzare le potenzialità di un sistema che in Sardegna rischia di scomparire. Dal momento della sua istituzione, l’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA ha fatto tanti passi importanti nel creare le migliori condizioni per favorire l’emersione degli allevamenti illegali e la regolarizzazione anche delle situazioni più piccole. Il responsabile dell’UdP e direttore generale della Presidenza della Regione, Alessandro De Martini, si è preso responsabilità forti e coraggiose.
Questo ha permesso di avere allevatori che oggi lavorano alla luce del sole, ma purtroppo c’è ancora chi continua ad alimentare l’illegalità con pratiche come il pascolo brado, che si limitano tuttavia a una decina di territori della nostra Isola. Come Regione è stato fatto tanto con decine di incontri sul territorio che continueremo a fare nei prossimi mesi: l’ultimo organizzato dall’Agenzia Laore Sardegna è di due giorni fa a Siurgus Donigala con alcune decine di allevatori locali. Come istituzione – ha concluso l’assessore – non ci stancheremo mai di confrontarci, ma sempre all’interno del quadro normativo”.
Sul versante dello smaltimento degli scarti da macellazione l’esponente della Giunta Pigliaru ha annunciato che a breve usciranno i bandi, coperti con tre milioni di euro, che finanzieranno la costruzione di micro impianti per le singole aziende o di siti più grandi dove possano operare soggetti pubblici o, consorziandosi, più imprese del settore. Caria ha poi ricordato che a gennaio, quando si terranno gli Stati generali dell’Agricoltura, si potranno affrontare nello specifico tutte le maggiori tematiche che riguardano il comparto, dove proposte e nuove idee saranno le benvenute.