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Condannato a cinque mesi con sospensione della pena per omissioni in atti d’ufficio: per i giudici del Tribunale di Oristano, il sindaco di Desulo Gigi Littarru è colpevole di non aver firmato l’ordinanza che imponeva l’abbattimento dei maiali colpiti dalla peste suina nel 2016. E’ amareggiato il primo cittadino dopo la sentenza che cade come un macigno sulla sua testa pochi giorni prima di Natale.

Si sente “tradito dalla politica” ed esposto alle proteste degli allevatori che “subiscono” gli abbattimenti dei maiali irregolari al pascolo brado da parte della task force istituita dalla Regione Sardegna per l’eradicazione della malattia. Ma è pronto a tornare in Municipio. “Ho sempre fatto il mio dovere e sono sereno e tranquillo – ha commentato dopo il verdetto – Aspetto le motivazioni e torno nel mio ufficio a lavorare”.

“I sindaci sono soli e abbandonati: in balia di delinquenti, politici di basso profilo e funzionari vendicativi – ha poi dichiarato – Mi hanno sparato a casa senza colpevoli, minacciato varie volte ancora senza colpevoli, infine un funzionario mi segnala alla Procura e vengo condannato”. Il riferimento è alle intimidazioni subite dal sindaco la notte tra il 19 e il 20 febbraio 2016 quando due fucilate a pallettoni furono esplose contro la sua abitazione. Tutto inizia l’11 febbraio dello scorso anno con un blitz dell’Unità di progetto.

Desulo si trasforma in una polveriera: un cordone di allevatori si ferma all’ingresso del paese per impedire ai tecnici della Asl, ai Forestali e alle forze dell’ordine di avanzare per l’abbattimento dei capi infetti. La task force, infatti, non opererà. Anche il sindaco Littarru è contrario. “Bisogna venire qui a parlare con gli allevatori – dice in quell’occasione – e capire cosa hanno da dire prima di procedere agli abbattimenti”. Pochi giorni dopo l’attentato contro la sua abitazione. Tra le piste seguite dagli inquirenti, c’è proprio la posizione assunta dal primo cittadino nella vicenda del piano regionale contro la peste suina e le forti tensioni che ci sono state in paese.

Nell’estate successiva, prima la Asl di Nuoro e poi la Regione, intimano al sindaco di firmare l’ordinanza per l’abbattimento di alcuni maiali infetti, allevati illegalmente. Littarru si rifiuta, sostenendo che non è suo compito. Scatta la segnalazione del responsabile della taske force della Regione e la Procura di Oristano apre l’inchiesta indagando Littarru per omissione di atti d’ufficio. Lui subito dichiara: “Pugnalato dalla politica e lasciato solo”. Il rinvio a giudizio arriva nel dicembre del 2016, oggi, un anno dopo, la condanna.

“Le sentenze si rispettano, tra 90 giorni leggeremo le motivazioni e poi decideremo se appellarci”, ha annunciato il difensore Giancristian Melis. I giudici non hanno tenuto conto della sua arringa, conclusasi con la richiesta di assoluzione per il suo assistito. I maiali per cui si chiedeva al sindaco di intervenire non erano regolari, non poteva essere lui, quindi – questa la tesi difensiva – ma l’Unità di progetto della Regione a farsi carico dell’ordine di abbattimento. Ma il verdetto del Tribunale è di tutt’altro segno: condanna a cinque mesi.