Dal 1° gennaio sono al bando i sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri utilizzati per imbustare gli alimenti e al loro posto ci saranno shopper biodegradabili e compostabili che saranno però a pagamento. Una novità che è stata annunciata come l’ennesima stangata a discapito dei consumatori, ma per Legambiente non è corretto parlare di caro-spesa.
Sul web scatta però la protesta: subito sono comparsi sui social network centinaia di post di consumatori contrari alla scelta del governo Gentiloni, con annesse foto di frutta etichettata direttamente sulla buccia e senza busta per opporsi al loro pagamento.
Contesta la novità anche il Codacons: “Questo significa – sottolinea l’associazione dei consumatori – che ogni volta che si va a fare la spesa al supermercato occorrerà pagare dai 2 ai 10 centesimi di euro per ogni sacchetto, e sarà obbligatorio utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti che vanno pesati e che hanno prezzi differenti. Tutto ciò comporterà un evidente aggravio di spesa a carico dei consumatori, con una stangata su base annua che varia dai 20 ai 50 euro a famiglia a seconda della frequenza degli acquisti nel corso dell’anno”. Si tratta, spiega il presidente Carlo Rienzi, “di una vera e propria tassa occulta a danno dei cittadini italiani che non ha nulla a che vedere con la giusta battaglia in favore dell’ambiente. Abbiamo già inviato una istanza d’accesso al Ministero dell’economia per conoscere tutti i dettagli di tale norma ingiusta, e siamo pronti a dare battaglia impugnando nelle sedi competenti un provvedimento ingiusto che finisce solo per introdurre aggravi di spesa sulle spalle dei consumatori”.









