L’antenna del più grande telescopio d’Europa, la Sardinia deep space antenna (Srt), si prepara a seguire tutte le fasi della missione Exomars 2020 diretta a Marte e organizzata dalle agenzia spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscosmos). Alla vigilia della sua inaugurazione, l’antenna del radiotelescopio Sardinia Radio Telescope (Srt) costruito in Sardegna, a San Basilio (Cagliari), è pronta a seguire le grandi missioni interplanetarie dirette a Marte e Luna, e sorvegliare i detriti spaziali. Costruito nel 2006 e gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) il radiotelescopio è stato realizzato con il contributo di ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Regione Sardegna e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Adesso è pronto a puntare la sua antenna, la Sardinia Deep Space Antenna (Sdsa) sulle grandi missioni interplanetarie e da domani, dopo i test iniziati nei mesi scorsi, sarò pienamente operativa. Da domani sarà ufficialmente al servizio della Nasa per le attività dei servizi di comunicazione e navigazione per le sonde interplanetarie. Grazie all’accordo con la Nasa entrerà a far parte del Deep Space Network, la più importante rete di telecomunicazioni nello spazio profondo. Con una superficie di circa 64 metri quadrati, l’antenna è grande quasi come un campo di calcio puntato verso il cielo. “Un colossale lavoro – ha detto il presidente dell’Asi, Roberto Battiston – partito dall’Inaf, istituto nazionale astrofisica, e continuato per anni.

Stiamo investendo sul futuro: andremo su Marte con uomini e mezzi, torneremo sulla Luna. E questa antenna sarà fondamentale”. Di infrastrutture come questa – hanno spiegato gli esperti durante un seminario internazionale nell’università di Cagliari, ce ne sono cinque o sei in tutto il mondo. Per celebrare questa svolta storica oggi a Cagliari c’erano anche rappresentanti della Nasa. Tra loro William Gerstenmaier, l’amministratore della Nasa responsabile per l’esplorazione umana.