Il Partito dei sardi “strappa” ancora con la maggioranza, stavolta in materia di sanità. Al centro della polemica, nata durante la discussione in Consiglio del testo unificato sulla dislessia, le liste d’attesa. Durante la sua dichiarazione di voto, riferendosi all’attuale gestione della sanità sarda, l’esponente del Pds Roberto Desini ha parlato di “nefandezze”. Tanto che in Aula si è presentato il governatore Francesco Pigliaru, che – secondo quanto appreso dall’ANSA – ha chiesto al consigliere il significato di queste dichiarazioni e se il Pds faccia ancora parte della maggioranza. Desini ha confermato l’alleanza, ma ha anche detto che il presidente è libero di cacciarli, sottolineando che, sino a quando sarà consigliere, continuerà a evidenziare ciò che non funziona, soprattutto in sanità.

Ad accendere la miccia, una frase dell’assessore, Luigi Arru: “secondo i dati più recenti i sardi hanno prenotato 5 mln di visite nei Cup ed oltre 1,2 mln non si sono presentati, è un problema da affrontare”. “Dobbiamo chiederci perché rinunciano – ha replicato a stretto giro Desini – io dico che è perché le visite vengono fissate dopo sette, otto mesi e chi rinuncia va a fare la stessa visita a pagamento”. Poi, l’accusa di “nefandezze”. A quel punto, la tensione è cresciuta e in finale di seduta Arru ha chiesto al presidente dell’Assemblea se da “assessore tecnico” avesse potuto replicare.

In sua difesa, durante il dibattito, i consiglieri del Pd Rossella Pinna e Gigi Ruggeri. La prima ha definito “i toni del collega di maggioranza Desini inaccettabili: dovrebbe chiedere scusa”. Il secondo è passato al contrattacco: “Sono troppe le considerazioni strumentali sull’assessore Arru, le cui nefandezze corrispondono all’azione di disboscamento delle gestioni del passato. Oggi abbiamo in sanità buona amministrazione, risparmio e pianificazione che ci stanno portando a rientrare di 50 milioni dal nostro deficit”. Augusto Cherchi (PdS) ha sottolineato che “la sanità è un argomento così importante da provocare posizioni dure e aspre”, Alessandra Zedda (Fi) ha detto all’assessore di prendere atto “della mozione di sfiducia dalla sua maggioranza e di trarne le conclusioni”.