“Siamo in presenza di dichiarazioni gravi che niente hanno a che vedere con la naturale polemica politica che ogni opposizione fa al proprio Governo regionale. Si dà un’immagine distorta di Abbanoa estranea alla realtà, con affermazioni false e calunniose di cui ci riserviamo di valutare il profilo di legittimità a tutela del buon nome dell’azienda”.
Così l’Amministratore Unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, risponde alle dichiarazioni dei consiglieri di opposizione che oggi, insieme al consigliere dell’Upc Antonio Gaia, hanno presentato una mozione per chiedere la rimozione proprio di Ramazzotti. “I partiti di opposizione firmatari della mozione illustrata in Consiglio Regionale descrivono la situazione difficile della società prima del 2012, dimenticando che quando loro erano in maggioranza elaboravano e discutevano la possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato dopo aver fatto di tutto per minare la stabilità economica del Gestore – si legge in una nota del gestore – In quel quadro e in quella prospettiva di svendita della prima società industriale della Sardegna, la politica ha generato colposamente ritardi e omissioni di atti obbligatori come ad esempio la capitalizzazione di prima dotazione della società costituita nel 2006 e mai capitalizzata; la revisione del Piano d’ambito redatto nel 2002 e mai revisionato; la revisione tariffaria prevista nel 2006 e mai attuata.
Tutti fatti gravissimi che avevano determinato un grave stato di crisi del servizio. Le omissioni dal 2009 al 2012, precedute sin dal 2002 dalle omissioni del Piano d’Ambito del Commissario Governativo per l’emergenza idrica Pili, hanno determinato il ricorso alla regolazione tariffaria dei cosiddetti conguagli partite pregresse, disposti da norma nazionale e correttamente applicati da Egas nel 2013. Quel periodo di mancati atti di regolazione e quel disegno di svendita della società culminato in ipotesi di cessione ai privati – spiga Abbanoa – è stato cancellato grazie al lavoro dei Comuni, della Regione, degli operatori di Abbanoa e delle organizzazioni sindacali”.







