Tensione all’assemblea regionale del Pd: quando sembrava che nessuno volesse intervenire, mentre la presidente Lalla Pulga aggiornava i lavori, ha preso la parola l’ex segretario Renato Soru. “Chi esce ora celebra il funerale di questo partito”, ha detto riferendosi a chi, intanto, lasciava la sala del centro congressi “Losa”. Poi, rivolgendosi al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha detto: “E’ assurdo che tu non abbia nulla da dire, ti ha eletto questa assemblea”.
“La devi smettere”, ha replicato Ganau. Che subito dopo si è iscritto per parlare dopo Soru. “Sono stato chiamato in causa in modo irrituale e volgare, per me l’Assemblea era chiusa”. Poi ha ribadito di essere contrario “a congressi nell’immediatezza, dobbiamo discutere invece dei temi della Sardegna, a partire dall’insularità, per essere credibili e costruire una coalizione”. Per esempio, “il Partito dei sardi esprime posizioni identitarie condivisibili, quindi sono contrario a qualsiasi veto, lo dico soprattutto a Soru”. Quanto al presente, “ora serve una soluzione unitaria che governi il partito da qui alle elezioni regionali, e senza aprire la fase congressuale che ora servirebbe solo a contarci”.
Prima di Soru e Ganau, il segretario Giuseppe Luigi Cucca ha ribadito l’idea di aprire un tavolo con il compito di individuare al più presto un segretario condiviso, “poi sono pronto a rassegnare le mie dimissioni immediatamente”. Ma non prima. La prima a intervenire in mattinata è stata invece Dolores Lai, che subito dopo il 4 marzo aveva manifestato la volontà di candidarsi per il dopo Cucca: “Oggi in assemblea diamo un segnale terribile alla Sardegna, di confusione e smarrimento, e incapacità di metabolizzare sconfitta”. Dopo di lei Silvio Lai ha rilanciato la sua idea di ricorrere all’articolo 13 dello statuto per costituire un partito sardo federato con quello nazionale.