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Leve fiscali, rifinanziamento della legge 51 e lotta all’abusivismo: sono le principali richieste avanzate dalla Confartigianato Sardegna davanti alla commissione speciale presieduta da Roberto Deriu (Pd) che si occupa della crisi del commercio e dell’artigianato sardo. Antonio Matzutzi e Stefano Mameli (presidente e segretario dell’organizzazione) hanno ricordato che “in dieci anni 7.456 realtà hanno chiuso e che sono andati persi tra i 10 e 20 mila posti di lavoro”.

Nel dossier presentato alla commissione, l’organizzazione artigiana ha sollecitato “l’alleggerimento del peso asfissiante della tassazione, sia fiscale che contributiva, contemporaneamente occorre puntare sui giovani, incentivandoli ad avviare un percorso sull’artigianato, e il sostegno al passaggio generazionale all’interno delle aziende familiari, con interventi sugli sgravi contributivi e fiscali”. Altra richiesta: il rifinanziamento della legge regionale 51 del 1993, che per decenni ha sostenuto le imprese dell’artigianato. Secondo Matzutzi e Mameli, inoltre, “occorre prevedere interventi contro il fenomeno dell’abusivismo. Di sicuro è il caso avviare interventi di collaborazione con le forze dell’ordine per un potenziamento dei controlli.

C’è necessità che le amministrazioni pubbliche non assecondino il proliferare di imprese non regolari. Soprattutto con le amministrazioni locali occorre lavorare in accordo affinché in tutte le manifestazioni, le rassegne e i mercati si dia adeguato spazio agli operatori artigiani, sia dell’agroalimentare sia dell’artigianato tipico e tradizionale. Spesso gli artigiani vedono ridotti i propri spazi a vantaggio di operatori che poco hanno a che fare con la produzione artigiana sarda”.