Si svolge questa mattina il sit in per Lavinia Flavia Cassaro, la docente accusata, il 22 febbraio scorso, di aver inveito contro le Forze dell’Ordine che caricavano gli antifascisti con idranti e lacrimogeni, è stato decretato il licenziamento, con decorrenza dal primo marzo 2018, con decreto dell’USR.
“Nei giorni scorsi – scrive in un comunicato Cagliari social forum – il Ministero dell’Istruzione le ha notificato il licenziamento «in tronco», per aver tenuto «un comportamento grave e allarmante, fortemente aggressivo e in grave contrapposizione alle forze dell’ordine e di conseguenza nei confronti dello Stato di cui le stesse sono una rappresentanza». Finora solo i sindacati di base CUB USB e COBAS/Scuola di Torino, con documenti diversi condannano la gravissima sanzione inflitta a Lavinia considerando il licenziamento un provvedimento politico con cui la maestra “estremista”, l’insegnante “contrastiva” è stata punita. Perché si tratta di un licenziamento politico? Perché un insegnante durante il suo tempo libero non può manifestare l’antifascismo, non può insultare le forze dell’ordine in quanto rappresentanti dello Stato, ma lei, da rappresentante dello Stato può ricevere insulti a reti unificate, può essere sbeffeggiata, minacciata di licenziamento, e fatta oggetto di pesanti violenze con idranti e lacrimogeni da chi, evidentemente, difende i fascisti e casapound. Il caso, montato ad arte dagli operatori dell’informazione, utilizzato in maniera propagandistica da Renzi e dalla Fedeli, doveva essere emblematico: un lavoratore non può manifestare il dissenso politico, non può manifestare l’antifascismo, non può reagire verbalmente alla violenza della repressione di un suo diritto e, prima ancora di essere condannato per un reato, può essere licenziato, cioè avere il massimo della pena sociale, perché il suo il suo corpo, la sua mente, il suo tempo deve essere asservito totalmente al padrone. Un padrone bicefalo, con la Costituzione da un lato, il potere politico dall’altro, che vanno in direzioni opposte”.
“Chiediamo – continua il comunicato che annuncia il sit-in che si sta svolgendo in Viale Monastir di fronte alla CGIL e in Via Po di fronte alla UIL – che le lavoratrici e i lavoratori le cittadine e i cittadini, le e gli insegnanti, i sindacati, ma soprattutto le donne che in questa vicenda anche sessista (ricordiamo le immagini montate ad arte che la ritraggono urlante, isterica e ubriaca, cosa inammissibile per una maestra femmina) sono colpite in quanto tali, rispondano con una mobilitazione in difesa di Lavinia e di tutte/i noi antifasciste/i”.
“Non pensano – conclude la nota – sindacati che hanno decine di migliaia di iscritti nel settore scolastico, che questo provvedimento ingiusto e repressivo possa riguardare anche loro? Non pensano che il provvedimento che è stato preso nei confronti di Lavinia possa essere preso nei confronti di qualche loro iscritto? Cosa aspettano a mobilitarsi e dimostrare la loro solidarietà a questa collega?”.







