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Settant’anni di Autonomia da celebrare ma anche da rileggere in prospettiva, sulla base delle richieste reali delle comunità. E rafforzarla significa potenziare il processo di apertura con i Paesi del Nord Africa e con le regioni insulari. Sono i concetti espressi dagli assessori agli Enti locali e agli Affari generali, Cristiano Erriu e Filippo Spanu, intervenuti all’incontro sul tema “L’Italia della Costituente e dello Statuto sardo. Il ruolo della Regione e delle Autonomie locali”, organizzato dalla Regione nella Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche.

“Oggi abbiamo onorato i 70 anni dello Statuto – ha detto Erriu – siamo consapevoli che sia opportuno mettere in campo forme di pedagogia politico-culturale su un tema fondamentale per lo sviluppo della Sardegna. Tutto questo nel quadro di un percorso che deve coinvolgere amministratori e comunità per far crescere una comune consapevolezza sul valore e sul significato della nostra Autonomia e sulla necessità di un suo adeguamento alle mutate esigenze dell’isola”. Per Spanu, “il migliore sviluppo della nostra esperienza autonomistica è la costruzione federalista, un’idea, in linea con la dimensione storica e la posizione geografica dell’Isola, su cui però occorre lavorare molto. Dobbiamo acquisire maggiore coscienza del ruolo della Sardegna nel contesto del Mediterraneo e nei rapporti con i Paesi della sponda sud”.

Al convegno ha partecipato anche il docente della Cattolica di Milano, Agostino Giovagnoli. “Le celebrazioni per i 70 anni dello Statuto non devono essere un atto puramente formale perché – ha spiegato – l’oblio è pericoloso e i valori incarnati dalla Carta autonomistica devono essere tenuti vivi e rafforzati tenendo conto delle istanze espresse dalle comunità”.