consiglio regionale

Un miliardo e mezzo di euro. E’ questo il prezzo che la Sardegna si trova a pagare per il risanamento della finanza pubblica. Un macigno insopportabile che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema Regione. Per questo le Commissioni “Bilancio” e “Autonomia” del Consiglio regionale si preparano ad aprire una nuova vertenza con lo Stato. Lo hanno annunciato questa mattina i presidenti dei due parlamentini Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Campo Progressista).

Un percorso “rivendicativo” che prenderà il via domani con la seduta congiunta delle due commissioni e le audizioni degli assessori agli Enti locali e al Bilancio e dei rappresentanti di Anci e Cal. I mancati trasferimenti ai comuni ammontano a 800 milioni di euro. Nel 2007 lo Stato riversava agli enti locali 868 milioni di euro. Quota che si è ridotta nel 2017 a circa 220 milioni. Altri 82 milioni di tasse provinciali vengono trattenuti direttamente dall’Agenzia delle entrate e trasferiti direttamente allo Stato. “E’ una situazione pesantissima – ha osservato Sabatini – se a questo aggiungiamo i 680 milioni di euro di accantonamenti il quadro diventa drammatico. Rischiamo di non riuscire a venire incontro alle esigenze dei comuni sardi”.

Oltre ai tagli statali, i comuni devono far fronte anche ai vincoli imposti dalle nuove norme sull’equilibrio di bilancio e al blocco delle assunzioni. “Di fatto le spese correnti dei comuni vengono oggi pagate dalle entrate tributarie e dai trasferimenti del Fondo Unico – ha sottolineato Francesco Agus – peggio ancora stanno le province sarde costrette a riversare interamente allo Stato i soldi riscossi con le tasse automobilistiche. Un prelievo dichiarato illegittimo da una recente sentenza della Corte Costituzionale”. La soluzione potrebbe arrivare con l’entrata a regime dell’Agenzia sarda delle entrate: “nel frattempo si potrebbe pensare di inserire i crediti nella prossima legge di stabilità e procedere a un’autoriduzione degli accantonamenti”.