“Il taglio delle risorse statali agli enti locali della Sardegna è un problema gravissimo che ha bisogno di risposte immediate ma contro cui era necessario reagire negli ultimi dieci anni. Per questo la scelta degli esponenti della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione di chiamare sindaci e parlamentari alla mobilitazione appare fuori tempo massimo e troppo prossima alle elezioni regionali per non ingenerare sospetti. Piuttosto da subito la Regione aiuti i comuni gravati da debiti che arrivano da lontano”: lo afferma il senatore del Movimento Cinquestelle Emiliano Fenu.
“Pur esprimendo la mia disponibilità a partecipare al confronto, non posso non rilevare che l’iniziativa di una mobilitazione straordinaria appare poco credibile, poiché promossa solo dopo che al governo non siedono più gli amici di un tempo. Quindi solo ora si può parlare liberamente, mentre prima era evidentemente meglio tacere” continua il parlamentare. “Forse chi sta ponendo in essere l’iniziativa dovrebbe per lo meno assumersi qualche responsabilità prima di iniziare i lavori”.
Secondo Fenu “purtroppo le amministrazioni regionali di centrodestra e di centrosinistra che si sono succedute nell’ultimo famigerato decennio nel quale sono venute a mancare le risorse per gli enti locali, si sono mostrate complici passive delle scelte effettuate dagli ultimi governi nazionali, sostenuti proprio dalla loro stessa parte politica. I problemi però sono reali: occorre invertire la tendenza, arginare l’emorragia di risorse ed in molti casi consentire la spendita di quelle che i comuni già hanno ma che non possono utilizzare a causa dei vincoli di bilancio”.
Per il senatore nuorese “le Unioni dei Comuni e l’Agenzia Sarda delle Entrate possono essere soluzioni valide solo però se diventano effettivamente operative ed evitando che si trasformino negli ennesimi enti produttori di inutili e dispendiosi incarichi politici. Ad oggi invece l’Agenzia si è limitata a nominare un direttore generale, mentre manca ancora un piano di riordino territoriale delle Unioni dei Comuni”.
“Va bene sentire gli attori coinvolti, soprattutto i sindaci, nuovi eroi che si sono ritrovati a fare loro malgrado i passacarte dello stato, senza risorse e con un eccessivo carico di responsabilità legali ed umane, però” continua Fenu “i Comuni sardi sopportano un carico eccesivo di debiti che arrivano da lontano, riconosciuti a seguito di sentenze definitive di occupazioni abusive ed espropri che risalgono anche agli anni settanta, posti in essere per realizzare i piani di edilizia economica popolare e di cui qualche ente gerarchicamente sovraordinato, ad esempio la Regione Sardegna, prima o poi si dovrà far carico, almeno in parte. Perché non farlo ora, come atto di onestà e correttezza nei confronti di quei comuni che si stanno convocando nelle commissioni?”.







