“Si preannuncia un’altra estate calda, non solo per motivi atmosferici, per i lavoratori di AIAS. Almeno per quelli che rappresenta il Sindacato confederale. Perché gli altri, quelli che il “caro Leader” Anna Paola Randazzo abbraccia virtualmente e definisce “colleghi” sono appagati così. Soddisfatti dei roboanti annunci, degli accordi patacca”. Lo scrivono in una nota congiunta i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
“Con le pance e le tasche vuote sì – continua la nota firmata da Giovanni Zedde, Claudio Nuscis, e Efisio Aresti – e pure con le bollette da pagare, ma pieni di orgoglio. Perché sentirsi additare come “colleghi” sazia. I famosi due stipendi pomposamente annunciati lo scorso 19 luglio nell’assemblea improvvisata sotto il palazzo del Consiglio regionale non sono arrivati. In compenso però, grazie al “raggiungimento di obiettivi fino a qualche giorno fa insperati”, è arrivato l’accordo davvero innovativo siglato da un’associazione temporanea di amici e precari del “caro Leader” che potrebbe sinteticamente tradursi cosi: “lavori oggi e ti pago gli stipendi del 2018 in comode rate mensili senza interessi”. Insomma, come direbbe Roberto Carlino, qui in AIAS non si vendono sogni ma solide realtà”. E le mensilità pregresse? Ma dai! Immaginiamo che il prossimo passo degli amici del “caro Leader” sia quello di chiedere agli orgogliosi e stimatissimi colleghi un atto di rinuncia degli stipendi arretrati per dare una mano a risollevare le sorti della ditta di famiglia”.
“Ma noi – continua la nota – ‘Pseudo chi o pseudo qualcosa” non ci stiamo. Siamo preoccupati perché le Banche non concedono più fidi a una società come AIAS che fattura mediamente 40 milioni di euro all’anno. Siamo preoccupati che AIAS per incassare i soldi dell’ennesimo decreto ingiuntivo milionario (anche se provvisorio come tutti gli altri) sia costretta a presentare come garanzia ad ATS la fideiussione di una società finanziaria a dir poco chiacchierata. Serve chiarezza e subito. Se AIAS vuole tranquillizzarci, noi e i dipendenti nostri associati, deve presentare pubblicamente i propri bilanci. Certificati da società specializzate. Altrimenti non ci si spiega che fine hanno fatto i circa 170 milioni di euro incassati da AIAS negli ultimi quattro anni. C’è chi stima che l’esposizione debitoria di AIAS verso banche, lavoratori, fornitori, sia stimato in diverse decine di milioni di euro. Nel settore di attività di AIAS non manca certo il lavoro né gli imprenditori capaci”.
“Con questa consapevolezza – concludono i sindacati – chiediamo ancora una volta alla parte più responsabile della politica regionale e all’ATS un segno di discontinuità con il passato e con il presente ma nel segno della salvaguardia dei servizi e dei livelli occupazionali”.
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