E’ stata chiesta anche in appello la condanna dell’ex sindaco di Portoscuso Adriano Puddu, accusato di aver preteso favori sessuali da giovani donne seguite dai servizi sociali del proprio Comune in cambio di aiuti. In primo grado Puddu era stato condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità, reato che aveva riformato la concussione sessuale contestata dalla Procura.
Oggi, in un’udienza fiume che si è protratta anche nel pomeriggio, la sostituta procuratrice Maria Grazia Genoese ha sollecitato la conferma del giudizio pronunciato dal Tribunale presieduto da Mauro Grandesso. Dopo l’accusa ha parlato anche l’avvocato di parte civile Salvatore Casula, mentre i difensori Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi faranno le rispettive arringhe l’11 febbraio 2019. Il presidente della Corte d’Appello, Claudio Gatti, ha disposto che il processo – a differenza del primo grado di giudizio – sia celebrato a porte chiuse per via dei delicati temi affrontanti e per tutelare le vittime.
Il primo processo, invece, si era celebrato senza pubblico solo per le contestazioni sessuali e non per tutte le altre, da cui però Adriano Puddu è stato assolto con la formula piena (compresa l’imputazione di aver ricevuto una tangente per favorire un progetto di un’azienda). Condannato solo per le imputazioni legate ai favori sessuali, ora il processo d’appello si sta celebrando a porte chiuse.







