Zedda e Solinas in pole position per i rispettivi schieramenti tradizionali, un nome sconosciuto per M5S che dopo le note vicende dell’ex candidato Mario Puddu, naviga in acque tempestose. Poi ci sono Maninchedda, Andrea Murgia, Mauro Pili.

Le cronache di questi giorni riportano notizie di incontri alla luce del sole, altri più o meno carbonari, di misteriosi sondaggi che darebbero vincente questo o quello schieramento. Come sempre infatti i sondaggi a 4 mesi dal voto sono sempre i meno affidabili. Si continua quindi a ragionare per schemi, quelli tradizionali, con alcuni che credono di avere ancor la benedizione di Berlusconi, di essere gli ‘unti’ del signore con il destino di guidare le sorti dei sardi, altri che invece dichiarano di voler dialogare con le forze autonomiste perché è utile avere in coalizione altre idee (leggi voti!).

Del resto potrebbe configurarsi uno scenario che vede l’esclusione di alcune realtà identitarie che porterebbe alla sconfitta del centrodestra e del centrosinistra, sia sul piano politico che su quello numerico. E la buccia di banana è dietro l’angolo. A nessuno infatti è venuto in mente di ragionare in termini totalmente nuovi, dirompenti.

Questo a conferma che chi sta seduto sugli scranni più o meno alti della politica regionale è davvero troppo distante della realtà, dalla gente, dalla quotidianità. In questi giorni, dicevamo, è un continuo susseguirsi di trattative, ammiccamenti, strette i mano e occhiolini e trattative, ma ai più, forse perché rimasta moto molto riservata, è sfuggita quella che romperebbe gli schemi tradizionali e cioè di un accordo tra Lega e M5S. Impossibile?

A sentire i bene informati la mancanza di un candidato sarebbe un grosso problema per M5S, cosa che potrebbe risolvere Salvini offrendo a Di Maio l’opportunità di presentare per la prima volta una lista in Sardegna.

Fantapolitica? Si, potrebbe essere. Però questa è un’ipotesi che porterebbe la coalizione gialloverde a conquistare oltre il 40% dei consiglieri regionali della Sardegna.

E siccome la politica si fa con i numeri, questa sarebbe molto di più che un’ipotesi.

Del resto Salvini, alla domanda di Repubblica “governerebbe con i cinquestelle a livello locale?” risponde con un sorrisino sornione.

Ma non si chiude la porta alle spalle!