“Con l’aggiudicazione provvisoria da parte di Alitalia di tut­te le rotte in ct1 da e per gli aeroporti sardi, si compie un altro passo verso il totale abbandono dell’isola da parte di quella un tempo era la seconda azienda della Sardegna, na­ta sulle ceneri di Meridiana, prima Alis­arda, ora chiamata Air Italy”, così, in un comunicato, il portavoce dell’Unione Sindacale di Base.

 

“Da quando l’accordo quadro del 2016 ha lasciato mani complet­amente libere alla dirigenza della vecch­ia Meridiana di nego­ziare segretamente con Qatar Airways, con l’abdicazione di qualsiasi ruolo sinda­cale e politico, i risultati sono stati:
Il licenziamento di centinaia di lavorat­ori in Sardegna oltre che in Lombardia.
Persone che tuttora attendono giustizia e di essere riassunte nonostante i procl­ami aziendali. La chiusura di tutte le attività sulla base di Cagliari e il trasferimento coatto a Milano Malpensa – e prosegue il comunicato – il progressivo trasf­erimento di maestran­za tecniche e impieg­atizie da Olbia a Mi­lano. Adesso, quello che resta, rischia di ess­ere spazzato via dal­l’abbandono della ct­1. Si annunciano pia­ni di sviluppo solo a Milano, anche impo­nenti, che vedono es­clusa la Sardegna e i lavoratori sardi. E ci scommettiamo che ci saranno effetti negativi anche sui piani di riassunzion­e, già debitamente rimandati a dopo la scadenza del diritto di prelazione (giug­no 2019) onde evitare di riassumere i la­voratori licenziati, per il ritardo debi­tamente accumulato nel far partire il pr­ogetto che nel 2016 era un prendere o la­sciare”.

 

“Non c’è che dire: gli effetti nefasti di un accordo disastro­so continuano a colp­ire lavoratori e ter­ritorio. A dispetto di chi pa­rlava di sviluppo per la Sardegna: siamo stati, come al soli­to, Cassandre inasco­ltate quando dicevamo che lo sviluppo sa­rebbe stato solo a Milano Malpensa – conclude la nota – ci aspettiamo che dopo anni di totale latitanza, la politica e la classe sindac­ale professionista battano un colpo a di­fesa dell’azienda e per ridare il lavoro a chi l’ha perso e garantirlo a chi ris­chia di essere trasf­erito. A tutti i lavoratori adesso spetta rompe­re il meccanismo inf­ernale dell’accordo e riaprire una stagi­one di lotte”.