La protesta dei pastori sardi si sposta dalla Statale 131, dove è terminato il blocco stradale all’altezza di Abbasanta, a Macomer, a pochi chilometri più a nord dal punto nel quale migliaia di litri di latte sono stati sversati sulla carreggiata.
Il prodotto era all’interno di due cisterne, una dell’azienda Arborea e l’altra della Cooperativa allevatori ovini di Oristano, che sono state quasi completamente svuotate. Sull’asfalto sono rimasti anche diversi cartoni di latte schiacciati poi dalle auto, non appena è ripreso la normale viabilità.
Gli allevatori hanno improvvisato un corteo di auto e pick-up lungo tutta la statale in direzione Nord per arrivare nel centro di Macomer, dove già questa mattina alcuni pastori hanno buttato a terra il loro latte.
“Ho la netta sensazione che in Sardegna stia partendo una rivoluzione. Ho visto molta rabbia del mondo delle campagne, difficile da descrivere e inusuale da vedere nella nostra Isola”. lo dice il sindaco di Macomer (Nuoro), Antonio Succu, in merito alla protesta dei pastori che, questa mattina nel centro del suo paese, hanno sversato il latte sulla strada per protestare contro il crollo del prezzo del prodotto.
“Devo dire di aver provato molto dolore – ammette – sono cresciuto in una famiglia di pastori e so che il latte è il petrolio della Sardegna: il gesto di gettarlo in strada lo interpreto come un grido di dolore di una categoria”. Secondo Succu, il prezzo attualmente proposto come acconto sulla stagione lattiero casearia – attualmente si aggira sui 60 centesimi al litro – è “scabroso e non paga i costi di produzione. Certamente si tratta di un problema complesso che credo possa essere risolto solamente con interventi a livelli più elevati. Bisogna cioè avere più forza in Europa per difendere il nostro petrolio”.
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