LIberiAgricoltori sbarca anche in Sardegna con una nuova sede regionale a Cagliari, nel quartier generale del Css, e un nuovo gruppo dirigente. L’associazione nazionale (circa 60mila iscritti), che si era già occupata nell’isola della vertenza degli agricoltori di Decimoputzu beffati dalla burocrazia, entra subito nella battaglia del latte con un messaggio molto chiaro.

“Se non c’è una riforma – ha detto il presidente nazionale Gianni Fabbris – non cambia nulla. Bisogna dire che il ruolo del Governo in questa fase è stato positivo, non era scontato che si affrontasse la questione. L’azione sul mercato, che poi determina il prezzo, è importante. Guai, però, se accanto al sollievo del momento non si crea un vero cambiamento”. Le trattative? “La firma del preaccordo a 74 centesimi agganciato al prezzo del formaggio è un primo passo, ma non basta – ha spiegato Fabbris in conferenza stampa – I pastori decidono in autonomia. Ma il segnale che arriva oggi è che ora finalmente la partita si gioca. Adesso è decisivo come si sta in campo. Il risultato dei pastori può essere importante per tutte le lotte delle campagne in Italia”.

Durante l’incontro con i giornalisti sono stati presentati il nuovo direttivo (il presidente regionale è Riccardo Piras) e la campagna nazionale di sostegno alla vertenza sarda sul latte ovino. “#Siamotuttipastorisardi – hanno sottolineato i vertici di LiberiAgricoltori – è una campagna di solidarietà e di mobilitazione che punta ad estendere la vertenza e rafforzarla”. L’associazione ha partecipato a tutti i tavoli e agli incontri nazionali convocati dal ministero per affrontare la questione. “Il sacrifico e l’impegno dei pastori sardi ha indicato la via: servono regole nuove – ha ribadito l’associazione – una riforma che assicuri una giusta ridistribuzione del valore aggiunto nelle filiere, il rilancio della funzione e della qualità della produzione ovicaprina”.