E’ durata più di quattro ore la prima udienza del processo a Oristano contro i due cumponidoris della Sartiglia 2018, Antonio Giandolfi e Andrea Solinas, e i quattro cavalieri delle loro pariglie, Andrea Manias, Andrea Piroddi, Alessio Garau e Gianluca Russo, accusati a vario titolo di interruzione di pubblico servizio per avere ostacolato e di fatto impedito il completamento delle operazioni dei controlli antidoping disposti dalla Questura per la giostra di martedì 13 febbraio e di avere nella stessa occasione oltraggio e minacciato l’allora questore Giovanni Aliquò che le coordinava sul campo.
L’udienza è stata interamente occupata dalla deposizione dello stesso dirigente della Polizia, che è stata però ripetutamente interrotta da accesi battibecchi tra il pubblico ministero Ezio Domenico Basso e l’avvocato di parte civile Giovanni Maria Giaquinto da una parte, e gli avvocati della difesa Adriano Sollai, Monica Masia, Romina Marongiu e Carla Greggiu dall’altra. Tanto accesi da costringere la giudice Francesca Falchi a minacciare più volte la sospensione dei lavori per consentire il ritorno alla calma.
L’ex questore di Oristano ha sostanzialmente confermato il contenuto della sua denuncia, raccontando che quella sera era stato pesantemente offeso e minacciato, in particolare da Giandolfi, mentre davanti al camper della Polizia dove si svolgevano i controlli chiamava i cavalieri per i quali era stato disposto il test antidoping. La prossima udienza, fissata per il 27 settembre, comincerà con la visione di due video girati in quella occasione da personale della Polizia scientifica. Secondo l’ex questore, sono stati proprio quei video a permettere di identificare gli autori delle minacce e delle offese a suo carico e come responsabili dei ritardi che poi di fatto impedirono il completamento dei test. “Dei dieci controlli che erano stati previsti – ha spiegato Aliquò – se ne erano potuti completare soltanto due”.







