Mariano Brianda è quasi ufficialmente il candidato sindaco di Sassari del centrosinistra. Il magistrato ha già incassato l’ok di partiti minori e liste civiche, oggi si è confrontato con i vertici locali del Pd, cui ha proposto le sue condizioni. Poi ha illustrato la sua idea di amministrazione in un incontro pubblico. “Aspetto una risposta – dice a proposito dei dem – La gente percepisce come degenerativi alcuni meccanismi della politica – spiega – I partiti devono formare l’indirizzo politico, è il ruolo che gli assegna l’ordinamento, ma le istituzioni sono per loro natura autonome e non hanno i partiti politici come referenti”.
Un segnale chiaro nei confronti del Pd e di eventuali vincoli, che Brianda non è disposto ad accettare. “L’amministrazione comunale rappresenta la città, non i partiti – ribadisce – invece i partiti hanno amministrato direttamente, attraverso i loro uomini nelle istituzioni”. Quanto alla sua candidatura, “se mi si chiede di fare il sindaco, lo faccio a condizione che i partiti, che restano fondamentali, non protraggano il loro sistema”, questa la clausola. L’idea è di creare una conferenza permanente di coalizione, un laboratorio dove partiti e consiglieri comunali analizzano e costruiscono insieme ogni progetto e danno indirizzi alla Giunta, che attinge dal loro lavoro ma resta autonoma.
“Il primo incontro è stato proficuo”, commentano i segretari cittadino e provinciale, Gianni Carbini e Gianpiero Cordedda. “Analizzeremo tutto con gli organismi di partito, poi la coalizione arriverà a una decisione – aggiungono – ma Brianda non è l’unico nome da valutare”. Lunedì 15 l’incontro di tutti gli alleati.







