La Sardegna chiede una rappresentanza isolana nel Parlamento europeo come minoranza linguistica e oggi, presso il tribunale di Cagliari, si è svolta la prima udienza, per la sentenza definitiva però, occorrerà attendere il 20 novembre prossimo.

L’azione è stata promossa dall’Associazione per i diritti dei sardi, dopo i casi del Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e della Slovenia.

“Dopo lunghe battaglie riteniamo ci siano le condizioni per riconoscere un diritto fondamentale dei sardi”, così, nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, Rossana Ladu, dirigente del Psd’Az.

“La Sardegna pur essendo la più grande minoranza linguistica d’Italia e fra le più grandi d’Europa, viene ingiustamente penalizzata”, ha commentato Quirico Sanna, assessore degli Enti locali del Psd’Az.

“Finora la rappresentanza della Sardegna nel Parlamento europeo è stata solo occasionale”, ha dichiarato Andrea Cocco della dirigenza sardista.

A portare avanti la questione nelle aule giudiziarie è l’avvocato Felice Besostri, secondo cui “le altre minoranze linguistiche inferiori per popolazione alla Sardegna non solo sono garantite dall’applicazione delle leggi attuali ma lo saranno ancora di più se passasse il referendum ‘taglia-parlamentari’ in programma il 29 marzo. Per effetto del quale, con la riduzione dei seggi, la Sardegna subirebbe un taglio di 3 senatori (da 8 a 5, pari al 36,50%) mentre il Trentino Alto Adige di uno soltanto (da 7 a 6, il 14,22%), nonostante l’Isola abbia una popolazione superiore di circa il 60% rispetto a quella del Trentino”.

“Noi chiediamo la giusta rappresentanza per la comunità sarda, senza padroni né casacche di partito”, ha sottolineato Flavo Cabitza, presidente dell’associazione.