La Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia a versare al bilancio dell’Ue una somma forfettaria di circa 7.500.000 euro nonché, a partire dalla data odierna, una penalità pari a 80.000 euro per ogni giorno di ritardo.

La motivazione risale al 2008, quando l’Italia concesse alcuni aiuti in favore di imprese alberghiere sarde, incompatibili col mercato comune e che non recuperò (l’importo totale si aggirava intorno ai 14 milioni di euro).

Secondo la Corte di giustizia, l’Italia non aveva quindi adottato tutti i provvedimenti necessari per recuperare gli aiuti in questione e dato che continuava a non conformarsi alla sentenza, la Commissione ha proposto, nel 2018, un secondo ricorso per inadempimento.

La Corte ha quindi constatato che l’Italia, non avendo adottato, entro la data in cui è scaduto il termine fissato dalla Commissione (ossia l’11 settembre 2014), le misure necessarie a recuperare integralmente gli aiuti, è venuta meno all’obbligo di eseguire la sentenza della Corte del 2012.

Nonostante l’Italia abbia recuperato gran parte degli aiuti concessi ad alcuni alberghi della Sardegna (l’83% di tale importo in conto capitale maggiorato degli interessi), la Corte ribadisce la sanzione.

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che multa l’Italia per gli aiuti di Stato agli hotel della Sardegna arriva a vent’anni – correva l’anno 2000 – dal bando regionale per “interventi creditizi a favore dell’industria alberghiera”. Una gara in applicazione della legge regionale numero 9 del 1998 che prevedeva incentivi per la riqualificazione e l’adeguamento degli hotel.

Ma nel 2000 la Regione commette l’errore di non notificare il bando all’Ue. Il problema nasce perché alcune aziende – 34 per la precisione – fecero alcuni investimenti prima della notifica. Nel 2007 l’Europa fa un controllo e si accorge che la Regione non ha seguito le procedure previste, e invita alla restituzione dei contributi. In realtà, l’89% delle strutture interessate ha già restituito le risorse, il restante 11% è andato nel frattempo incontro al fallimento. E la multa prevista dalla sentenza della Corte di Giustizia è dovuta al fatto che l’Italia non ha recuperato i finanziamenti concessi.

“Questa – commenta il presidente di Federalberghi Paolo Manca – è l’appendice di una storia triste di burocrazia di cui gli albergatori hanno pagato le spese per vent’anni. In questo momento abbiamo ben altre preoccupazioni”.