Un vasto incendio è scoppiato due settimane fa vicino alla centrale di Chernobyl, che nel 1986 fu teatro del peggior disastro nucleare della storia. Le fiamme, pericolosamente vicino all’area interdetta, hanno ‘risvegliato’ la radioattività al di sotto del terreno.

Le autorità avevano annunciato che il rogo era stato circoscritto, ma in questi giorni il capo dei Servizi di Emergenza ucraini, Mykola Chechotkin, aveva fatto sapere che l’incendio si era riacceso in tre punti a causa del forte vento. A spegnere le fiamme sono impegnati mille vigili del fuoco.

Intanto uno studio dell’IRSN francese ha attestato che la nube radioattiva ha raggiunto buona parte dell’Europa, compresa l’Italia. Fortunatamente il tasso di radioattività non sarebbe in questo momento pericoloso.

Lo studio

L’IRSN ha effettuato una stima modellando la radioattività smossa dagli incendi. Secondo lo studio “sarebbero circa 200 gli GBq5 emessi tra il 3 aprile 2020 alle 12:00 al 13 aprile 2020 alle 12:00”.

Su questa base, “le simulazioni IRSN indicano che le masse d’aria dall’area degli incendi verificatisi il 5 e 6 aprile sono stati in grado di raggiungere la Francia la sera del 7 aprile 2020”.

I livelli di radioattività prevista sono però estremamente bassi, inferiore a 1 µBq / m3 nel cesio 137. “Le condizioni meteorologiche prevalenti fino al 14 aprile hanno favorito il trasporto di masse d’aria dall’area di questi scarichi in Bielorussia, Ucraina meridionale, Romania orientale e Bulgaria”.