Non potevano essere licenziati. Questa la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Cagliari Giorgio Murru, che ha dichiarato illegale la decisione del datore di lavoro della Sarda Servizi, società specializzata in facchinaggio, di licenziare quattro dipendenti, ciascuno dei quali con un’esperienza di quindici anni alle spalle. A darne notizia è stato il sindacato Uiltucs, che ha assistito i lavoratori nella vertenza.

“Il Tribunale del lavoro – ha però replicato in una nota Sarda Servizi – in composizione monocratica, con ordinanza resa in una fase sommaria di un procedimento di merito in corso, ha disposto la riassunzione dei quattro lavoratori. Detto provvedimento, si ripete di natura provvisoria, è oggetto di reclamo davanti al Tribunale di composizione collegiale, vista l’evidenza, a giudizio della scrivente, dell’erroneità delle motivazioni  che sorreggono il provvedimento di reintegra, peraltro diametralmente opposto alle motivazioni rese da altro Giudice del Lavoro di Cagliari, il quale ha sostanzialmente disatteso le ragioni di altro lavoratore, in considerazione, in primis, del fatto che la riduzione del personale è dipesa non dalla volontà dell’azienda, ma dal capitolato dell’appalto regionale che impone la riduzione del personale nel numero di 4 unità e, nell’ambito del personale ridotto, anche  l’assunzione di unità con qualifiche specialistiche non presenti nel vecchio appalto”.

“Desta peraltro sincero stupore – continua la nota dell’azienda – che il sindacato Uiltucs parli di “riduzione di costi con assunzioni ex novo con contratti pirata o lasciando a casa il personale precedentemente occupato”, considerato che la Sarda Servizi soc. coop. ha applicato il CNNL pertinente con l’oggetto del servizio e in linea con i parametri normativi ed economici medi del settore, garantendo anzitutto ai lavoratori piena dignità economica, così come accertato e dichiarato dal Consiglio di Stato che, con sentenza n.276/18, pronunciandosi definitivamente sul ricorso avente ad oggetto l’annullamento dell’aggiudicazione della gara d’appalto regionale, ha dichiarato illegittima l’aggiudicazione in favore del concorrente risultato primo in graduatoria, per avere quest’ultimo applicato un CCNL inappropriato – suscitando peraltro l’ira dei lavoratori perché prevedeva parametri economici ben inferiori a quelli oggi garantiti –  sottoscritto anche dalla stessa  Uiltucs che all’epoca non ha preso posizione sui fatti  e non ha tutelato i lavoratori, ma che oggi ha il coraggio di parlare di contratti pirata, offrendo una ricostruzione  della vicenda distorta e frammentaria”.