Un incidente drammatico che ha strappato la vita a un autotrasportatore di 35 anni di Villacidro. Michele Murgia è sfortunatamente morto schiacciato nell’abitacolo del suo camion quando una pesante trave in cemento si è staccata dal capannone di un’azienda di ingrosso alimentare ed è precipitata sul mezzo.

Passati alcuni mesi, i cari di Michele Murgia hanno scritto alla stampa, nella consapevolezza che il faro dell’opinione pubblica aiuti sempre a far emergere più limpidamente ogni fatto e circostanza utile alle indagini.

“A seguito della perdita del proprio caro – scrive l’avvocato Valerio Martis – è intenzione dei familiari di Michele Murgia, fare piena chiarezza sulle cause che hanno determinato il sinistro”

Così hanno conferito incarico ai legali Ezio Ullasci e Valerio Martis per fare piena luce su una vicenda che non si sarebbe mai dovuta verificare. Michele Murgia, secondo i familiari, era esperto e preparato e credono fermamente che vi possano essere delle responsabilità sull’accaduto. I legali, che già in passato hanno seguito vicende simili per difendere in pieno i diritti dei lavoratori, sono pronti ad affiancare e supervisionare le indagini della procura e dello Spresal che in queste ore cercano di far luce sulla vicenda.

Gli stessi commentano: “Abbiamo attivato le investigazioni difensive così come prevede la Legge e dato incarico a un collegio tecnico che sta monitorando le condizioni del capannone, del mezzo e la dinamica del sinistro, siamo in attesa anche degli esiti della procura che supervisiona con attenzione le indagini”.

“Desideriamo che la morte di Michele non sia vana – scrive ancora Martis – ma che serva a migliorare le regole di sicurezza sul lavoro ed evitare che si verifichino altri fatti analoghi, così affermano i familiari, perché la morte di Michele sia una una lezione per tutti, sia per gli imprenditori che per i lavoratori”.