Troppi animali allo stato brado e poco spazio nell’Isola dell’Asinara.
Al fine di conservare e proteggere il delicato ecosistema dell’isola quasi incontaminata, l’Ente Parco sta progressivamente catturando e allontanando centinaia di cinghiali, capre, cavalli che vengono donati alle cure delle aziende agricole che ne fanno richiesta.
Gli animali che dovranno salutare l’Asinara non potranno essere abbattuti e questa è una condizione imposta alle aziende: non solo saranno consegnati a vita ma non potranno mai essere utilizzati per scopi alimentari. Gli unici animali che non possono essere sfrattati dall’isola sono una cinquantina di gatti ormai inselvatichiti, discendenti dei felini addomesticati più di 20 anni fa dagli inquilini e dal personale di polizia che viveva e lavoravano nel carcere dismesso. I felini hanno causato gravi problemi alla conservazione dell’avifauna e dei piccoli anfibi e rettili, ma sono protetti dalla legge e non possono pertanto essere mandati via. Per cavalli, cinghiale e capre, invece, l’esodo forzato è inevitabile. All’Asinara sono stati censiti oltre 190 cavalli allo stato brado, animali alloctoni per l’isola, assimilabili alla razza sardo-anglo-araba. Solo 80 di loro resteranno a trotterellare liberi. Dei circa 700 ibridi di cinghiale, incrociati con maiali inselvatichiti rimasti sull’isola al momento della chiusura del carcere, 356 hanno già lasciato l’Asinara, ma nemmeno uno potrà evitare l’esilio.
Anche loro hanno causato danni alla disseminazione naturale del leccio e alla diffusione delle piante bulbose e hanno provocato interferenze negative sull’avifauna e su rettili e anfibi. Non andrà meglio alle 1.700 capre: 1.200 hanno già trovato casa altrove, e le altre seguiranno a breve lo stesso destino.







