Nell’arco di circa un mese, dal 18 ottobre al 15 novembre, l’indice di letalità della pandemia di Covid-19 è aumentato dall’1,25% all’1,70%. Lo segnala il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i coordinatori della pagina Facebook “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”, riferendosi al rapporto tra i decessi e i casi positivi. Un valore diverso dalla mortalità, che corrisponde al rapporto fra i decessi e la popolazione generale.
Se fino al 18 ottobre l’indice di letalità è stati pari all’1,25%, “nelle ultime settimane è salito all’1,34% registrato dal 19 a 25 ottobre all’1,40% nella settimana dal 2 all’8 novembre e all’1,70% nella settimana dal 9 al 15 novembre”. La causa più probabile di questo aumento, secondo il fisico è che “si stiano sottostimando i casi positivi, che aumentano più velocemente rispetto alla capacità di fare i tamponi: la letalità aumenta perché i casi in circolazione sono più di quelli che ci aspettiamo”.
Il fatto che molti casi stiano sfuggendo, ha rilevato, emerge anche dal progressivo aumento del rapporto fra casi positivi e tamponi, passato dal 3% di metà settembre al valore massimo del 17,9% registrato il 16 novembre.